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Cronaca

Luana D’Orazio: “Manomesso l’orditoio gemello”

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Il macchinario ‘gemello’ di quello in cui è stata risucchiata e stritolata Luana D’Orazio, la 22enne operaia pistoiese morta lo scorso 3 maggio in una ditta tessile di Montemurlo (Prato), aveva i sistemi di sicurezza manomessi.

Lo si è appreso da fonti della Procura di Prato dopo che è stato condotto l’accertamento tecnico da parte dei periti su un orditoio presente nell’azienda ‘Orditura Luana‘, identico a quello in cui è avvenuto l’infortunio mortale in cui è rimasta vittima la giovane.

Nella ditta sono stati sequestrati due orditoi, quello in cui lavorava Luana e quello a lei più vicino, su cui si sta svolgendo la perizia per la comparazione del funzionamento dei due macchinari.  

Finora le operazioni dei consulenti tecnici si sono concentrate sulla macchina ‘gemella’, che ieri è stata rimessa in funzione per analizzare le fasi della lavorazione. L’orditoio che ha stritolato Luana sarà esaminato nei prossimi giorni.

La perizia è considerata dalla Procura, diretta dal procuratore capo Giuseppe Nicolodi, fondamentale per ricostruire gli ultimi istanti di vita della ragazza e stabilire le responsabilità, soprattutto per quanto riguarda il rispetto delle norme di sicurezza da parte della titolare della ditta. 

Secondo i primi rilievi tecnici, come riporta Adnkronos, sarebbe stata rimossa la ‘saracinesca’ di protezione, una specie di cancello che avrebbe impedito a Luana di avvicinarsi troppo. La saracinesca protettiva è un meccanismo destinato a prevenire gli infortuni sul lavoro. 

Oltre alla titolare dell’azienda Luana Coppini, è indagato anche l’addetto alla manutenzione del macchinario, Mario Cusimano. Nei loro confronti vengono ipotizzate le accuse di omicidio colposo e la rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. 

Cronaca

Comune di Villaricca, sesso in cambio di residenze false

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False residenze, in cambio della cittadinanza italiana, a cittadini brasiliani, grazie ad un accordo tra 3 dipendenti pubblici ed i referenti di due società che si occupano di disbrigo pratiche per stranieri.
E’ quanto emerge dalle indagini svolte dalla Procura di Napoli Nord, nel Comune di Villaricca.

Sono finiti in carcere Silmara Fabotti e Flavio Alan Yogui, mentre sono scattati gli arresti domiciliari per i dipendenti pubblici, Alessio De Rosa, Alessandro De Vivo, Antonio Amato.
Questi ultimi avrebbero alterato il regolare svolgimento delle procedure previste dalla legge per il riconoscimento della residenza nel territorio di Villaricca, stringendo accordi con Fabotti e Yogui. Sulla base dell’accordo, venivano falsificati i verbali di accertamento dell’effettività della residenza per consentire a cittadini brasiliani di maturare i requisiti per ottenere la cittadinanza italiana. Ciò in cambio di somme di denaro che Fabotti e Yogui destinavao più volte in favore dei dipendenti, ottenendo prestazioni sessuali dalle cittadine brasiliane richiedenti la cittadinanza italiana.

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Cronaca

Napoli, non si ferma all’Alt: folle inseguimento a piazza Carlo III

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Nel pomeriggio di ieri, la Polizia, nel transitare in via Don Bosco, ha notato due uomini a bordo di un’auto il cui conducente, alla vista degli operatori, ha accelerato la marcia per evitare il controllo nonostante gli fosse stato intimato l’alt. Ne è nato un lungo inseguimento durante il quale il guidatore ha effettuato manovre ad altissima pericolosità.

Giunti in piazza Carlo III, sono stati intercettati dai poliziotti, il conducente non si è fermato ed ha prima impattato contro un’auto in sosta e, successivamente, contro l’auto di servizio. Poi è stato raggiunto e bloccato.
Pertanto, un 19enne napoletano, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato per lesioni personali, resistenza a Pubblico Ufficiale e danneggiamento aggravato.

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Cronaca

Giugliano, camion dei rifiuti si schianta contro un’impalcatura

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Un camion della nettezza urbana, all’alba di questa mattina, si è schiantato su un’impalcatura di via Dante Alighieri, in quel di Giugliano, Napoli.
La struttura ha ceduto ed è finita sul mezzo.
Il conducente non ha riportato gravi ferite, riuscendo a uscire anzitempo dal camion.

Il boato ha svegliato diversi residenti della zona tra via Veneto e via Licoda. 

Dalle indagini degli agenti della polizia municipale, sotto la guida del Comandante Nacar, si è appurato che il camion si è schiantato nell’impalcatura probabilmente per una manovra errata da parte dell’autista del mezzo pesante.

La strada è stata chiusa al traffico, paralizzando la viabilità. Indagini in corso da parte dei caschi bianchi per ricostruire l’esatta dinamica dello schianto ed accertare eventuali responsabilità e conformità della struttura installata per effettuare lavori di ristrutturazione.

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